Giochi con le lettere

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kami`
view post Posted on 4/3/2008, 20:17




Beh, buono no? : )
 
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Bolla007
view post Posted on 4/3/2008, 23:54




Certo che si...e devo dire che grazie a lui sono molto migliorato...grazie anche a tutti quelli che mi hann dato modo di riflettere sul mio stile dando le loro opinioni a ciò che compongo!!!! Sia ben chiaro...nn ho modificato il mio stile nel corso del tempo perchè agli altri non piaceva...ma l'ho modificato dopo aver riflettuto su ciò che gli altri dicevano adattandolo poi a mio modo di vedere...per poi riflettere ancora e venire a capo di nuove migliorie!!!
 
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kami`
view post Posted on 5/3/2008, 12:21




Io purtroppo non ho mai avuto modo di confrontarmi direttamente con nessuno, però lo studio di autori o di filosofi mi ha aiutato molto a trovare una mia identità di scrittore.
 
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Bolla007
view post Posted on 5/3/2008, 15:21




Certo...quello è una base di lavoro semplicemente stupenda alla quale partire....a volte si potrebbe pensare che quello che magari ipotiziamo..le emozioni che proviamo nn siano mai state provate da nessuno e cominciamo anche a sentirci un po unici ma venire poi a scoprire che qualche persona secoli fa ha pensato esattamene le stesse cose è veramente sconvolgente in alcuni casi!
 
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kami`
view post Posted on 5/3/2008, 15:54




VERISSIMO! :|
 
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abcdef
view post Posted on 8/5/2008, 19:17




Dopo tanto tempo rieccomi a scivere..

E mentre guardavo le sue eccentriche scarpe,l'una rossa,l'altra gialla,spalancai la porta a quell'ospite invisibile ed indesiderato
che da sempre analizzavo ma che all'uscio fingevo di trattanere.
Così con allegria lo accompagnai a tavola come fece Cristo dinnanzi a Giuda e vidi nei suoi occhi, così vuoti e spenti,
un fuoco accecante che alimentava la sua dipendenza.
Del resto non era che terra bruciata e pronti centinaia di uomini, a ricostruire tutto dalle fondamenta, una volta ancora,
in attesa di una futura barbarie.
Tra quelli ne vidi alcuni seduti nel fango che parlavano dei grandi eroi e delle loro antiche gesta, di Roma e della sua caduta, di vasti imperi
che arrivati al culmine della loro grandezza erano stanchi di vita e morivano lentamente nell'illusione della festa.
Quelli, che con il passare del tempo aumentavano a dismisura (ai quali mi aggiunsi pure io)
non si adoperavano, perchè sapevano, e si lasciavano corrompere dalla pigrizia.
"In fondo non facciamo altro che giustificarci perchè persa ogni meta abbiamo bisogno di essere la nostra meta", queste le parole
alle quali pensai a lungo e che fui certo dal primo istante non provenissero dal cielo ma dall'alto della terra
perchè sentivo l'odore di vita vissuta ad ogni collegamento.
Capii l'errore, vidi allontanarsi la mia anima tra quelle tante, la vidi elevarsi ad una nuova prospettiva, sentii il battito farsi coraggio,
lo sentii ricominciare a pompare come un tempo.
"Come si può vivere il presente se lo si proietta prima nel futuro?"
L'incoerenza al primo passo, il re rimasto solo nel suo castello e poi quindi il capitano che abbandona la sua nave che apre le ali
e scopre di poter volare, che vola però a quota bassa per poter combattere dall'alto la marea.
Lo so che l'infelicità ti porta con se nella notte stellata, so anche che l'apprezzi più per il freddo penetrante, forse per il buio ignorante
o forse perchè sei invadente, sicuro solo della tua candela, più che per l'incanto che viene dall'alto.
Sappi che al mondo, se da una parte vedi oscurità dall'altra scopri che fa giorno e se son le nuvole che ti preoccupano avrai almeno
la certezza di sapere cosa c'è dietro di esse. Se odi le sicurezze non vedrai altro che l'infinito perchè se immagini, le nuvole non saranno
più nuvole ma onde che si infrangono con violenza sulla roccia, che imprimono in essa i loro profumi e suoni sublimi finchè non
corroderanno quel guscio, quel bozzolo restio ad aprirsi e a mostrare l'uomo che sei.
Queste cose pensai mentre cenavamo nel silenzio di chi ha paura di compromettere se stesso quando protegge la sua verità.
Rette parallele che si intersecano raggiunto l'infinito.
 
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abcdef
view post Posted on 6/7/2008, 19:22




L'alba ormai prossima,
non parlo di storia, racconto solo una storia,
un frammento di vita,
inutile racconto che non vuol dire niente.
L'alba ormai prossima,
qualche raggio che violenta la vista,
strade solitarie,
uomini solitari che cercano compagnia,
"hey vecchio, dove vai?" questa la polizia
il vecchio si guarda intorno,
non vede bene, stava dormendo.
Qualche raggio che violenta la vista,
ora vedo tutto nitidamente,
"cosa vuoi uomo in divisa. Stavo solo dormendo"
Stava solo dormendo.
Questo è l'inutile racconto che non vuol dire niente,
o vuol dire qualcosa ma comunque non deve dire niente,
non è che un frammento di vita,
un battito di ciglia,
ti sto annoiando?
qualche raggio violenta anche la mia di vista,
stai pensando,
stai pensando che dovrei essere più acuto,
vorrai leggere qualcosa di più avvincente,
avere l'impressione di trovarti altrove.
Ma questo non è che un frammento di vita,
racconto solo una storia,
inutile racconto che non vuol dire niente,
ecco l'alba,
è una nuova giornata.

Edited by abcdef - 6/7/2008, 21:49
 
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abcdef
view post Posted on 26/9/2008, 13:30




Non male.. Non sapevo che scrivessi.
Continua così.
 
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Anna B
view post Posted on 26/9/2008, 18:25




Bravi tutti..!
Io vi propongo un genere un pò diverso...

Non era sicura di volere che quelle parole le uscissero veramente di bocca. In fondo non era da lei.
<<ma che cazzo mi è venuto in mente??Mamma mia adesso scoppia a ridere lo so,eccolo si toglie il casco e scoppia a ridere...>>Ma lui non lo fece. Non rise,non si mosse,non si chiese perché.
Semplicemente continuava a fissarla. Molto tempo dopo le avrebbe spiegato il perché,le avrebbe parlato mentre si divertiva con i suoi capelli..e le avrebbe svelato la forza che prendeva da quegli occhi,da quel sorriso un po’ indeciso.
Ma adesso lei non lo sapeva,e continuava a chiedersi come aveva fatto ad arrivare lì,sotto quella fortunosa tettoia.
<<piove a luglio…vedi è un segno del destino…Ma che destino e destino,tonta,lo sai che il destino è il dio degli imbecilli!Dai calmati che adesso comincia a parlare..dovrà dire qualcosa..dai ti prego parla parla parla!!>> Ma ancora una volta lui non lo fece. Non voleva irritarla,semplicemente era troppo…era troppo,troppo tutto,sempre più indeciso,impegnato,indaffarato…e non aveva mai trovato il tempo per pensare che tutti quei gesti,quei messaggi volevano dire qualcosa in più per lei.
Allungò una mano,trovò la pioggia;era piacevole sentirla scorrere tra le dita. Pensò che avrebbe dovuto risponderle qualcosa ma sentiva le parole che lottavano e chiedevano di rimanere al sicuro dentro il suo cervello,dentro i suoi polmoni. Accolse le loro richieste.
Non parlò,le prese una mano,le fece toccare la pioggia.
La sentì tremare un po’ al contatto con la sua mano;allora strinse di più,e la portò dove non li copriva la tettoia,dove iniziava il loro mondo.
 
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Bolla007
view post Posted on 22/10/2008, 19:21




Davvero ninte male Anna B, Complimenti anche a te Fede!! Sono fiero di voi!!
Dopotutto questo posto aperto da me qualche tempo fa è servito a far uscire qualch scrittore nascosto nella penombra dell'essere!

Tra poco anche io ricomincierò a postare qualcosa...appena avrò il tempo mentale per farlo1!!!

Awi, non ti ho certo dimenticato, i tuoi scritti riflessivi sono molto belli, vedo che la scelta di prendere filosofia è davvero qualcosa di radicato dentro di te!!
Continuate tutti così!!!
 
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abcdef
view post Posted on 11/12/2008, 17:59




Buon divertimento per i più ottimisti:



Quando l'uomo si rese conto di sè stesso creò un codice discretamente imperfetto.
Qui nacque la contraddizione, un turbinio di circostanze che in fondo si ricollegavano all'unico spunto istintivo che portò
l'animale stesso al superamento del limite predisposto dal creato: la paura.
Ma che cos'è quest'animale snaturato se non la costituzione di ogni attimo vissuto, di ogni atto sensibile o razionalmente inteso?
La più piccola unità temporale, l'infinitesima parte di un'unità stabilita in precedenza, si fonde alle altre portando l'uomo, internamente
ed esternamente, ad un mutamento per quanto questo possa essere privo di un interesse rilevabile.
Muore una cellula ed ecco che l'organismo si muove a soccorso e stimola sè stesso, il cervello dubita ed ecco che l'organismo si muove a soccorso
e stimola se stesso. L'organismo dunque ha poteri assoluti e non può essere domato dato che lui stesso controlla ogni singolo cittadino,
lo guarda, calcola, impara e ricostituisce l'ordine.
Se lo scopo ultimo dell'Organismo, mosso come tutto dalla materia nel tempo, è quello, secondo le sue dichiarazioni, di difendere
il suo dominio, ecco che i pensieri si accomunano sotto un'unica ideologia, l'Organismo viene divinizzato, perchè il suo volto si è dimenticato
ma il suo nome mai, tramandato per secoli e secoli di generazione in generazione.
Questo è l'uomo in ogni suo dettaglio, in ogni suo pensiero, desiderio, talento, potenziale. La potenza si esprime solo in relazione a reazioni
di sopravvivenza che sono certe e che determinano un'unica realtà possibile, nessuna libertà.
Ora succede che nessun Organismo è uguale ad un altro, ma che al massimo alcuni di essi possano differire apparentemente di un fattore
trascurabile che possa portarli ad un'alleanza.
Ma nessuna alleanza è duratura se l'interesse di entrambi non vale nel tempo, l'Organismo lo tiene sempre a mente.
Quando il patto non porta vantaggi questo viene sciolto "arbitrariamente", ironizzando. Nasce il conflitto.
Scoperto il conflitto gli Organismi si ingegnano e scelgono un codice comune che stabilisca le relazioni tra gli stessi.
Purtroppo non si tiene presente che la cosa dall principio fu poco chiara, il codice fu imposto dagli Organismi più forti i quali già non
avevano difficoltà a gestirne altri con la sola arguzia e prestanza superiore.
C'è da aggiungere però che i forti avevano scoperto il desiderio o meglio non lo reprimevano più perchè ora che erano tutelati non
avevano più paura.
L'Organismo così scopre la libertà, un pretesto cinico, un'idea che comunque aveva già concepito da tempo e che forse la conosceva da sempre.
I più deboli invece presto scoprono che un sistema simile non è adatto per loro e chiamano la libertà potere..
Spinti dalla paura si adattano alle nuove condizioni naturali e scoprono delle affinità.
Consapevoli della loro meschina potenza garantita solo dal numero cominciano a combattere in nome di qualche nuovo ideale che ovviamente non
li soddisfava singolarmente ma che li avrebbe portati ad un primo successo.
Gli Organismi cominciano a capire il meccanismo di determinazione e senza accorgersene nè approfittano. Sono pur sempre
organismi e non possono elevarsi a nuove e più sane prospettive.
Le combinazioni sono infinite per quanto queste possono avere un identico centro unificatore che le rende trasformate seppur di poco
nella sostanza.
Quelli che si isolano sono coloro che sono incapaci di sostenere la vita, il cui organismo è ammalato o nato ammalato.
Vorrei ora trattare su questo punto. Se l'Organismo è un essere a sè stante, prendendo il più debole di tutti, non si muoverà in ogni modo
per difendere sè stesso secondo le stesse leggi di natura?
Lo stesso pluriomicida non agisce per difesa delle sue convinzioni e quindi della stessa stabilità dell'organizzazione a cui aderisce?
L'Organismo mai agirà contro se stesso, lui muoverà le pedine sempre secondo la sua Legge.
Quindi inutile scoprire la verità quando non serve a nulla.
Inutile lo studio del proprio sistema, utile è convincersi di ciò che professa, di seguirlo in ogni sua direzione.
Se l'attiduine è quella di isolarsi, così sia, se è di uccidere così sia, se è di giudicare l'assassino così sia.
Se è quello di suicidarsi così sia. L'Organismo sa sempre quello che fa.
Se è quella di capire questo meccanismo per crearne un altro così sia. Se non lo si capisce non importa.
Se si sente il bisogno di cambiare qualcosa necessariamente, al fine di un "bene comune", la soluzione più intelligente sarebbe divenire tali
e quali ad un Organismo, plasmare ogni mente ed ogni corpo, finalizzare la loro esistenza al contributo per l'organismo il quale si muove
in fondo solo per difendere la causa di tutti e per soddisfare un bisogno innato di infelicità.
Se per una casuale combinazione di eventi si apprezza la vita capire il meccanismo non è affatto utile ma se per una casuale combinazione
di eventi capitasse ciò starà all'Organismo decidere di sè stesso.
 
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abcdef
view post Posted on 31/1/2009, 15:49




Soddisfatto per come ho scritto.. E' soprattutto una provocazione:

Spartitraffico, divisione dei beni, equilibrio psicofisico, salute, equità, uguaglianza e divisione dei beni, spartitraffico, respirazione regolare,
regolamento, regole, equilibrio psicofisico. Gli eletti, relitti, tecnici, tecnici nucleari, tecnici del suono amplificato, specializzazione ottenuta con merito, "Qualifica nella registrazione manuale delle frequenze", "Attestato di idoneità alla misura del battito cardiaco", cuore.
<< Mi chiamo Rossi John, i miei nomi di battesimo sono New York e Galapagos>>, l'orgoglio per questi due nomi era evidentissimo.
Ringraziava la sorte per avergli assegnato questi due nomi che ispiravano originalità e che catturavano l'attenzione inconscia del suo interlocutore. Producevano in lui un'alterazione delle pulsazioni piacevolissima che uscivano dallo schema canonico. Amava
cominciare a contarle in relazione al tempo e scoprire nuove cifre, nuovi segni da incamerare.
Ma la scarsa per altro superba intelligenza di cui era disposto non lo portava a leggere dietro le sensazioni. Realizzare la sensazione passava tramite il processo linguistico ma lui considerava la parola come un errore, una scienza imperfetta e tagliava ogni tipo di "elucubrazione mentale" sul nascere.
Il termine galapagos era appunto un termine, insolito per il catalogamento in "nomi di battesimo" ma era pur sempre un termine e nulla più, questo almeno nella sua ristrettezza ed illusione.
<<mi sono laureato ieri, pronto a svolgere la mia professione...>>, non sapendo come poter continuare la discussione che aveva voluto lui stesso iniziare per motivi ignoti, forse per convenzione continuava <<il sole è giallo, il tempo è bello perchè il sole è giallo>>.
In evidente difficoltà che riusciva quasi a non dare a vedere cominciò a contare il battito che si faceva forte.
Ma ecco che mentre stavo per allontanarmi, <<ciao, mi sono laureato proprio ieri, posso raccontarti cosa mi è successo a colazione..>>.
Qui il disgusto si univa all'angoscia e per liberarmene prima di andarmi a sedere sulla sedia che era il più lontano possibile da un simile individuo mi preparai a rispondergli nel modo più decoroso possibile.
Ci pensai un poco ma solo per ingannare per un po' la mente. Vedevo un corpo d'alluminio, un corpo di circuiti e chips assettati in una posizione così complessa che avrebbe portato ad intuire che l'opera fosse maggiormente degna di nota.
Ma in realtà era un corpo di carne e ossa e non di cartelle e di un cuore simile ad internet explorer.
<<bee, piccola Dolly non sei che bestiame e l'uomo nasce carnivoro. Non le senti le fredde sbarre? Mi parli proprio cercando di guardarmi attraverso di esse. Com'è la galera? Mi hanno raccontato che lì succedono cose che nessuno può riportare per quanto provochino repulsione per tutto il genere umano>>
<<pazzia, ossessività, visione distorta della realtà, irrazionalità. Questa è la terminologia che si addice a te. Ti pensavo un sano alternativo, che vive dei principi della società come tutti imparano a fare del resto ed invece sei completamente pazzo e.. la gente ci guarda.
Ti ho già parlato delle mie qualifiche?>>
<<non mi interessano>>,
<<allora salutiamoci distintamente senza dare nell'occhio>>.
<<non ti permetterò l'ultima parola, mi hai dato del pazzo.. Lascia che ti parli come un pazzo.. Io sono il cosmo, non cosmopolita,
io sono il cosmo ed il caos vive in me. Tu te ne stai lì buono, buono, inginocchiato come un plebeo dinnanzi alla croce che chiede pietà.
Ma la tua croce è ancor peggiore: tu ti illudi di numeri.
Tendenze maniacali, traumi irrisolti. Questa nei TUOI termini è la TUA descrizione. Vattene ora, torna ai tuoi numeri e alle tue somme.
Vattene piccola pecora pazza>>.
Ed intanto passava il parroco della città e si dirigeva proprio verso il suo amato gregge in attesa come esso dell'arrivo del 2, l'autobus
che conduceva alla chiesa della zona. Uomo distinto, unghie curatissime, perfettamente levigate.
Ma agli occhi, i miei si presuppone, quei poveri e laceri indumenti che aveva indosso, stonavano incredibilmente con il passo dinamico e di uomo che si considera meritevole di rispetto. Dava l'idea di un fagotto con la pancia piena e ben condita ma dal pane indurito e reso inflessibile dal pensiero comune.
Questo era agli occhi arrabbiati del nostro protagonista il vecchio curato.
Occhi ingenui oserei dire, occhi che osavano spingersi al di là dell'apparenza ma che non potevano che tornare inevitabilmente all'apparenza stessa. Difatto sopravviveva in questo mondo e se non voleva la completa misantropia queste erano le condizioni.
"Bacia la mano perchè io sono il pastore senza anelli... che grandissima idea la democrazia! Ti condurrò dove tu stesso vorrai andare, dove io ti dirò di andare e tu vorrai incondizionatamente, segui i gradini, la porta è vicina.. Ma prima al macello.
Ah ah ah.. e se uno di quei poveri...sciatti...squinternati che credono di conoscere la verità, ah ah ah.... Ripongono le loro speranza nei loro stessi stracci. Chi li ha creati gli stracci e a quale fine? Non è certo il fine quello che voi andate cercando.
Il logoramento esteriore non è che proporzionale al logoramento interiore finchè non rimarrà più nulla ne di voi ne degli stracci. Patetici e pietosi!
Chi vuoi che vi stia a guardare, piccolo idiota, da voi non si riconosce altro che voi stessi, da voi si fraintende tutto, nella vostra piccola caverna solo il fuoco vi riscalda."
Questo si muoveva nei più profondi meandri della testa del reverendo e il giovane protagonista non era proprio in grado di immaginarlo. Ma neanche il reverendo stesso; erano 11 anni che professava ed aveva imparato a memoria il pensiero sociale, da anni era sempre lo stesso, esattamente identico a quello di prima. Negli atteggiamenti, nelle posture, nella logica.. Già scritto prima ancora che qualcosa pensasse di iniziare a scrivere.
Si era appena fermato a parlare con il tecnico riguardo ai nuovi campi di elettronica riguardanti la composizione musicale di cori evangelici.
Dialogava bonariamente ma, sempre negli interni lontani, rileggeva il dibattito con un cinismo quasi ossessivo, nato dalla volontà inesauribile di brama che non si esprimeva se non tramite occasionali retoriche sull'amore e sulla pietas, con i suoi sermoni che leggeva dall'alto del pulpito.
Se non di domenica il bisogno si ripresentava ogni notte, quando attendeva con impazienza l'arrivo del sonno.
La paura di un simile bisogno lo impauriva enormamente, soffriva come un cane addomesticato, odiava il contatto delle ciglia, odiava tutto in quei pochi attimi.
E quando arrivava il sonno desiderato... che incredibili emozioni provava.
Immagini piene di vita, la sua ovviamente. Il quadro era ben diverso: o vedeva solo se stesso mentre nel vuoto che credeva nero, del nero più seducente di quello che avrebbe potuto sensibilizzare nella realtà, rideva di gusto oppure sul campanile a sbattere le campane, a richiamare i fedeli all'ordine. E quando vedeva i vecchi assonnati, le donne e gli uomini ciondolanti, arrivare in fila per due, distinti in base alla classe, ma nella cui classe li rendeva identicamente vestiti, lì, raggiungeva l'estasi.
Al risveglio non ricordava assolutamente nulla, neanche degli attimi di agonia prima del meritato riposo ma si risvegliava felice e pieno di sè.
 
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Bolla007
view post Posted on 31/1/2009, 18:50




Wow, un racconto curato nei minimi dettagli, un po di ispirazione joyceana!! Sembra emergere un senso di ribrezzo del protagonista che forse è la voce delle sensazioni dell'auto, almeno stando a quanto ho capito!
Comunque è un pezzo notevole!
 
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abcdef
view post Posted on 15/2/2009, 12:44




Piccola riflessione, magari qualcuno la legge..

Quando un uomo è sicuro delle sue potenzialità, aiutare non è più forma di ipocrisia ma affinamento della propria forza.
Ma l'uomo moderno non è ancora disposto e forse non sarà mai pronto ad accettarlo perchè celata dietro a quella finta ed orrida maschera che sembra voler distruggere tutto ciò che è antitetico alla volontà trova rifugio la più alta forma di debolezza, affascinata dal potere, impaurita dai sentimenti, disprezzante la vita, astiosa nei confronti di tutto ciò che esprime vita.
Tutti quelli che sono oggi considerati i punti forti del progresso, delle relazioni umane non mettono in mostra che un'invidia ormai così pronunciata che si è scelta irreversibilmente la morte alla vita.
Invidia del debole che detiene il potere, che si ritrova in una posizione a lui non congeniale, debole che preferirebbe l'ubbedienza all'ordine ma che ordina proprio per invidia di chi sente la terra tremare sotto i suoi piedi e vuole essere libero.
Ridurre tutto a non umano, controllabile senza rischi, positivismo continuamente abbattuto e rinnovato, ormai positivismo apertamente ipocrita perchè l'ipocrisia è indizio di intelligenza.
L'arte è morta, risiede giusto nelle stanze di qualche dissociato. Se uscissero ogni tanto alla luce del sole, se realizzassero la loro forza, gridassero al mondo una volta di più prima di spegnersi, esisterebbe ancora qualche piccola speranza per chi vuole essere virtuoso. Perchè di speranza si tratta. E se non vi sentite abbastanza forti per una simile impresa meglio Dio alla scienza.
 
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73 replies since 7/3/2007, 20:00   802 views
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